Pittrice Scultrice Grafica Designer

Marisa Korzeniecki è nata ad Ortezzano, dove ha trascorso l’infanzia prima di trasferirsi ad Ascoli Piceno. Qui ha compiuto i primi studi artistici, proseguiti poi presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.

E’ stata per molti anni docente di materie artistiche presso l’istituto Statale d’Arte di Ascoli Piceno.

Il suo interesse per la ricerca artistica si manifesta fin dalla metà degli anni Sessanta, quando partecipa a mostre collettive, e nei primi anni Settanta quando allestisce mostre personali. Ha esposto in Italia e all’estero.  La sua attività artistica è ampiamente documentata da saggi critici pubblicati sia durante la sua ricerca personale che nel corso della decennale appartenenza al Gruppo Immanentista.

Nei suoi primi lavori appaiono palesi le reminiscenze della personale formazione artistica, non disgiunta da una sensibilità per la ricerca interpretativa. Il passaggio nel 1969 ad un astrattismo neo-concreto coincide con un periodo di riflessioni sulle condizioni alienanti della vita sociale (opere 1970-75) connesso alla fondazione, assieme ad altri sette giovani, del gruppo culturale “Otto G”-fucina di laboriosità- ad Ascoli Piceno.

L’interesse per l’integrazione tra astrazione e figurazione, e  tra astrazione e allusione, la porta ad avvicinarsi in modo spontaneo alla ricerca del Gruppo Immanentista, del quale diventa esponente dal 1976 al 1987 in un decennio ricco di fervore, attività e grande entusiasmo dedicato anche all’esplorazione di altri ambiti oltre a quello pittorico: scultura, grafica e arte applicata diventano egualmente un territorio di ricerca per l’artista, “in una personale sintesi tra progetto ed emozione”.

Unitamente al Gruppo ottiene, nel contesto della ricerca artistica nazionale, riscontri sia a livello operativo che teorico; è del 1983 il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il saggio “Pittura Immanente”.

“L’immanentismo della Korzeniecki si caratterizza, al di là dell’adesione alla normativa poetica di gruppo, attraverso questa costante volontà di restare al centro della propria opera, di gestirla con vigile equilibrio e pertinenza.” (N. Hristodorescu).

Dal 1987 le opere pittoriche iniziano ad arricchirsi di elementi materici: sabbia, ferro, legno e fotografia entrano a far parte del quadro, sottolineando in maniera evidente il continuo interesse dell’artista per la speculazione nel campo visivo. Tale speculazione si concretizza in una sperimentazione aperta orientata anche verso la tecnologia, l’informatica, situazioni performative (‘Oltre il Muro’) e installative (‘Metabole’, ‘Grido Silenzioso’, ‘E_LE_MENTI’, ‘Donne Combattenti’). Ha realizzato, per spazi pubblici aperti, sculture in pietra e materiali vari (“Scala verso l’infinito”, Museo d’Arte sul Mare, San Benedetto del Tronto; “Palermo 21:15” Monumento dedicato ad Emanuela Setti Carraro (collaborazione con l’architetto Andrea Mancini), Porto d’Ascoli, SBT.

Sulla sua opera hanno scritto tra gli altri: Umbro Apollonio, Vito Apuleo, Giulio Carlo Argan, Bruno Cantarini, Giorgio Cortenova, Luigi Dania, Armando Ginesi, Nicoletta Hristodorescu, Leonardo Mancino, Luciano Marucci, Carlo Melloni, Filiberto Menna, Alessandra Morelli, Italo Mussa, Giorgio Ruggeri, Luigi Saitta, Giuliano Serafini, Antonella Sgattoni, Claudio Spadoni, Maurizio Vitiello.

Pur nella poliedricità linguistica, l’arte della Korzeniecki, ha sempre tenuto ferme due costanti: lo specifico della pittura, non nella materialità del termine ma nel significato di colore e quindi di atmosfera e di luce, e la poesia con il suo emotivo trasporto.